Il 49% delle aziende italiane è presente sui marketplace, anche se il sito e-commerce proprietario rimane il canale di vendita prediletto.
Circa il 50% del fatturato, infatti, proviene dal proprio shop online, il 23% dalle piattaforme marketplace, l’8% deriva dai social media mentre il restante 18% è da attribuire ad altri canali.
Questo è quanto emerge dall’ultimo studio effettuato da Business Insider, che fotografa il rapporto che c’è in Italia tra il mondo delle PMI e l’universo marketplace.
Un rapporto che, per il 36% delle aziende che vendono utilizzando i marketplace, incide meno del 10% sul fatturato, per il 19% delle imprese incide dall’11-25%, a seguire un 23% per le quali ha un’incidenza del 26-50% sul fatturato, per il 9% delle aziende ha un impatto che va dal 51 al 75% mentre per il 13% delle attività nostrane genera oltre il 75% del fatturato totale.
Il 45% di chi vende sui marketplace è presente su almeno 2-3 piattaforme contemporaneamente, mentre il 30% solo su 1 piattaforma; il 7% vende anche su 4-5 piattaforme diverse, mentre su più di 5 è presente il 18% delle aziende.
Tenendo proprio conto di questa pluralità di presenze, tra i marketplace
più utilizzati si segnalano Amazon (38%), eBay (19%), Facebook Marketplace (12%), Alibaba (4%), ePRICE (4%), Zalando (4%) e Tmall (4%).
Andando ad analizzare più nello specifico la situazione del marketplace n°1 nel nostro Paese, vediamo che Amazon a fine 2019 ha fatto registrare un nuovo aumento di ricavi (+21%) che sono arrivati a 87,4 miliardi di dollari, con un un utile netto di più di 3 miliardi.
Amazon Prime ha raggiunto i 150 milioni di abbonamenti in tutto il mondo, mentre nell’insieme tutti i servizi dell’offerta, inclusa la piattaforma di streaming musicale e il negozio online Music Unlimited, hanno generato un aumento del fatturato del 32%, arrivando a quota
5,24 miliardi.
Il 2019 è stato l’anno dei record per Amazon durante il Black Friday e il Cyber Monday: le due giornate sono state quelle di maggior successo fino ad oggi nella storia del colosso americano.
Basti pensare che nel giorno del Black Friday sono stati registrati in media 37 ordini al
secondo nel mondo, e che per i venditori terzi le 24 ore del Cyber Monday sono state il periodo più fruttuoso nella storia dell’azienda.
Tra le categorie merceologiche più vendute a livello globale, Amazon ha indicato i giocattoli,
i dispositivi per la casa, la moda e i prodotti per la salute e la cura della persona.
In particolare, sono stati venduti 25 milioni di dispositivi smart per la casa, 4 milioni di prodotti di bellezza e il Cyber Monday 2019 è stato il giorno di maggior successo per la categoria Fashion su Amazon dalla nascita dell’azienda.
I due articoli Amazon più venduti in assoluto nel mondo, in queste due giornate, sono stati
Echo Dot e Fire TV Stick con telecomando vocale Alexa.
Nel 2019 la rete logistica dell’azienda è ulteriormente cresciuta, raggiungendo un totale di 7 delivery station in tutta Italia, utili ad alimentare la consegna last-mile effettuata poi da corrieri e cooperative locali.
A Milano, Roma e Torino è già disponibile la consegna in giornata, ed entro la fine di quest’anno ci si aspetta un ampliamento ulteriore.
Anche AWS (Amazon Web Services) è in continua crescita e per dicembre è prevista l’apertura di una sede a Milano.
Il 2019 è stato anche l’anno dell’accordo tra Amazon e ICE (Istituto per il Commercio Estero) per supportare le PMI italiane nell’internazionalizzazione, offrendo loro una vetrina
dedicata al Made in Italy sulla piattaforma.
Un esempio di azienda italiana che ha utilizzato Amazon per crescere ed espandersi all’estero è stata la casa di moda Dalle Piane Cashmere, che dal 2015 al 2019 ha raddoppiato il proprio fatturato ed è entrata nel mercato europeo, con recenti prospettive di ingresso anche negli USA.
Un altro caso di successo è rappresentato da Rarezze, azienda siciliana che produce dolci tipici a base di mandorla e pistacchio e che vende online prodotti artigianali di alta qualità.
Prima l’attività dell’azienda era limitata alla Sicilia, adesso i prodotti sono venduti in tutta Italia e anche all’estero tramite il servizio di logistica FBA (Fulfilled by Amazon).
Prosegue anche l’attenzione del marketplace verso i temi legati ai pagamenti.
Lo scorso mese di gennaio, Amazon ha cominciato a testare i pagamenti rateali in Italia, per poi renderli ufficialmente disponibili nei primi mesi dell’anno.
Lo stesso Amazon, nel mondo, starebbe testando anche il pagamento con il palmo
della mano, per facilitare e velocizzare le transazioni nei negozi; il sistema trasferisce le informazioni della carta di credito nell’immagine della mano e, se effettivamente
funzionante, potrebbe in futuro andare a sostituire i digital wallet.
Infine, nella seconda metà dello scorso anno, Amazon ha anche creato il progetto The Climate Pledge, impegnandosi a raggiungere i risultati previsti dall’Accordo di Parigi con
10 anni di anticipo, quindi ridurre a zero le emissioni entro il 2040 anziché il 2050.
L’obiettivo è diminuire drasticamente l’impatto ambientale della logistica e dei trasporti, investendo in imballaggi sostenibili e nella mobilità elettrica.