La trasformazione digitale si sta manifestando concretamente nel tessuto economico ed imprenditoriale italiano.
A dimostrarlo sono gli ultimi dati forniti dell’Osservatorio MECSPE per l’Innovazione Tecnologica secondo il quale il 49,7% delle aziende nostrane ritiene di aver avuto un’evoluzione digitale nel corso degli ultimi 5 anni.
Analizzando in maniera approfondita lo studio, emerge che il 51,4% delle imprese sostiene oggi di avere un livello di conoscenza alto o medio/alto rispetto alle opportunità tecnologiche e digitali offerte dal proprio mercato di riferimento, mentre la stessa percentuale (51,4%) si spinge in avanti, percependo la propria azienda come annoverabile tra le più innovative.
Dunque, il livello di digitalizzazione generale raggiunto dalle aziende nostrane sembra essere molto alto, ma raggiunge vertici ancora più elevati quando si parla di relazione con il cliente e canali di vendita e marketing (62,4%), di progettazione e sviluppo del prodotto (51,5%) e di relazione con il fornitore di macchine (49,1%).
Un risultato che, tra gli effetti maggiormente attesi, porta il 60% degli imprenditori italiani a prevedere fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre il 69,7% prospetta lo stesso risultato per quanto riguarda la riduzione dei costi di gestione.
Tuttavia, esistono ancora delle attività che non hanno compiuto passi importanti verso la digitalizzazione e, in questi casi, i principali fattori di rallentamento sono individuabili nel rapporto incerto tra investimenti e benefici (per il 48,4% delle aziende), la mancanza di competenze interne (36,8%), l’arretratezza delle imprese con cui si collabora (31%), nonché sugli investimenti richiesti che sono troppo alti (29,7%).
Per quel che riguarda, invece, l’individuazione della “figura-guida” preposta a stimolare il processo di innovazione digitale in azienda, il 55,2% delle PMI indica l’imprenditore, seguito dal Direttore IT/Responsabile di Sistemi Informativi (10,9%), il Direttore tecnico (7,3%) e il Direttore Ricerca & Sviluppo (6,1%).
Inoltre, il 36,9% delle aziende italiane si sente in possesso delle competenze richieste dal Piano Nazionale per accedere agli incentivi economici per la digitalizzazione messi a disposizione dal Governo, mentre il 17,2% ritiene addirittura di essere pioniera nel proprio settore, precedendo le azioni dei competitor.
Più in generale, il 67,1% degli imprenditori giudica positivamente o discretamente gli effetti generati dal piano di aiuti perché consentono alle aziende di fare un notevole passo in avanti, il 31% li valuta discretamente, definendoli una buona base di partenza seppur non pienamente esaustiva, mentre il 32,7% sottolinea la necessità di un piano pluriennale e di una maggiore attenzione rivolta dal Ministero alle PMI rispetto che alle grandi imprese.
Tra le iniziative previste dal Piano, quelle che hanno avuto maggiori adesioni da parte delle aziende italiane sono state gli ammortamenti per i macchinari funzionali alla digitalizzazione (71,5%), il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (67,8%), il miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti (63%) e il potenziamento del fondo di garanzia (52,8%).
Percepita sempre più come una priorità assoluta è la formazione digitale in azienda, con il 63,1% delle imprese che dedica in media 10 ore per dipendente all’acquisizione di competenze, mentre il 12,6% ammette di dedicarne oltre 40.
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese italiane che oggi hanno introdotto nuove tecnologie digitali all’interno della attività, queste hanno privilegiato in massima parte l’acquisto di soluzioni per la sicurezza informatica (59,9%) e la connettività (53,1%) che, tra l’altro, sono i settori in cui si registra anche il livello di conoscenza maggiore da parte delle aziende.
Ai due capofila seguono poi la simulazione dei processi di vendita (29,3%), la digitalizzazione del negozio fisico (28,6%), il cloud computing (24,5%) e la produzione additiva (19%).
Tuttavia, entro 6/12 mesi, è previsto che il cloud computing e la connettività saranno presenti in un ulteriore 17,7% delle imprese, la digitalizzazione del negozio fisico nel 16,3% e la produzione additiva e la sicurezza informatica nel 15%.
Infine, per quanto riguarda gli investimenti in Ricerca & Innovazione, il 22,5% delle imprese dichiara di destinare a questa voce, nel corso dell’anno, in media tra il 10% al 20% del proprio fatturato, con l’11% che ne dedica una percentuale superiore al 20%.
Per il 2020, inoltre, il 63,1% delle imprese si aspetta che il processo di digitalizzazione le assicuri una crescita del fatturato mentre il 31,6% prevede di mantenere la stabilità economica acquisita nell’ultimo anno.