Secondo il report E-commerce in Italia 2020 della Casaleggio Associati, nel nostro Paese le persone che utilizzano i social media sono 35 milioni (il 58% della popolazione, con un valore invariato rispetto al 2019) e di questi il 98% vi accede da mobile.
Il tempo medio speso per l’utilizzo dei social è di 1 ora e 57 minuti al giorno (+ 6 minuti rispetto allo scorso anno), contro una media mondiale di 2 ore e 24 minuti.
YouTube è il social più utilizzato dagli italiani, con una percentuale dell’88% degli utenti di Internet che dichiara di usare la piattaforma; seguono subito dopo Facebook con l’80% e poi ancora Instagram con il 64%.
Twitter e LinkedIn sono utilizzati rispettivamente dal 34% e dal 31% degli utenti, Pinterest dal 29%, Snapchat dal 16% e l’emergente TikTok dall’11%.
Tra le app di messaggistica istantanea (che ormai possono essere reputate a tutti gli effetti dei social network), WhatsApp risulta la più utilizzata con una percentuale dell’83% degli utenti; al secondo posto troviamo un’altra applicazione di proprietà di Mark Zuckerberg cioè Facebook Messenger, con il 57%, mentre la cinese WeChat è utilizzata dal 13%.
In un contesto mondiale in cui il 27% delle persone online trova nuovi brand attraverso gli annunci sui social media, il 75% dei consumatori ha acquistato un prodotto dopo averlo visto sui social media e in Italia il 30% degli utenti online ricerca informazioni sui prodotti direttamente sui social network (contro il 43% a livello mondiale), le aziende presenti su queste piattaforme investono sempre di più in nuove soluzioni per l’e-commerce.
Lo confermano alcuni dati che mostrano come, negli ultimi due anni, il traffico proveniente dai social sui siti e-commerce è cresciuto globalmente del 110%, andando a rappresentare il 9,1% del traffico totale.
In questo contesto, Facebook si conferma il referral principale grazie al numero dei suoi utenti (2,4 miliardi) che registra un incremento del +7,8% rispetto a dodici mesi fa, ma anche al fatto che i suoi strumenti di vendita online (Vetrine, Catalogo Prodotto e Marketplace) sono accessibili ed utilizzati dagli imprenditori di oltre 50 Paesi in tutto il mondo.
Non è un caso, quindi, che le aziende e-commerce italiane continuano a ritenere che Facebook sia il social media più efficace con il 53% delle preferenze, anche se si registra un netto calo rispetto al 71% dello scorso anno.
Tra le ragioni di questa diminuzione si evidenzia il cambio frequente degli algoritmi e la conseguente diminuzione della reach organica, che rendono indispensabili gli investimenti in advertising.
C’è anche una perdita continua di utenti più giovani che si spostano su altri canali e, dunque, il mancato raggiungimento di questo target.
Uno strumento come gli Shoppable Post di Instagram, invece, ha in parte contribuito a far migrare l’attenzione delle aziende e-commerce da Facebook verso questo social network, che si assesta al secondo posto tra quelli preferiti dalle aziende con una valutazione di efficacia del 40%.
Anche in questo caso il dato è in calo rispetto allo scorso anno (-13%), ma il 61% delle aziende che lo utilizza lo ritiene addirittura “molto efficace” andando a creare una frattura tra chi ha spostato gli investimenti perchè precedentemente insoddisfatto e chi utilizza il canale con soddisfazione.
YouTube, pur mantenendosi al terzo posto, diminuisce la percentuale di efficacia che passa dal 27% al 24% (di cui il 66% lo dichiara “abbastanza efficace”).
LinkedIn ottiene il 21% delle preferenze, WhatsApp il 16%, Pinterest guadagna cinque punti percentuali ottenendo il 10% mentre Twitter ne perde tre, fermandosi al 9%.
Snapchat e WeChat sono a pari merito con il 7% delle preferenze, mentre l’emergente TikTok registra un 9%, di cui il 78% lo indica come “abbastanza efficace”.
Le aziende italiane mettono in atto diverse strategie per incrementare le vendite tramite i social:
- il 32% evidenzia le caratteristiche del prodotto e la qualità del servizio
- il 29% tenta di coinvolgere gli utenti su temi affini ai valori del brand con il real time marketing
- il 18% dichiara di provare ad ingaggiare gli utenti con l’influencer marketing
- il 13% con offerte diversificate ogni mese
- mentre solo il 4% delle aziende si affida a piattaforme specializzate nel social commerce
Tuttavia, la percezione dell’efficacia dei social media in termini di ritorno sull’investimento rimane difficile da valutare per le aziende italiane.
Il 49% (stessa percentuale dell’anno scorso) dichiara di non avere ancora trovato un metodo di misurazione adeguato per valutare il ROI delle attività social, il 27% (-3% rispetto al 2019) ritiene l’attività sui social efficace per incrementare le vendite, mentre il 24% (+3%) dichiara che tali piattaforme hanno uno scarso impatto sul fatturato.
Ciò nonostante, il 53% delle aziende italiane in questo 2020 aumenterà il proprio investimento sui social media (-2% rispetto allo scorso anno), il 32% manterrà l’investimento costante (+4% dallo scorso anno), mentre il 5% ridurrà l’investimento (lo scorso anno era il 3% delle aziende).
Il 9% delle aziende, invece, non prevede alcun investimento, percentuale in diminuzione di cinque punti rispetto al 2019.
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