Fino a qualche tempo fa, la vendita online era considerata unattività destinata ad aziende di grandi dimensioni, le quali potevano incassare sul web sfruttando la loro notorietà.
Per i piccoli negozi, invece, erano sufficienti gli introiti derivanti dal commercio al dettaglio.
Negli ultimi anni, invece, la situazione è decisamente cambiata, perché le-commerce è diventato uno strumento di business insostituibile per le PMI italiane, che hanno deciso di puntare sul web in maniera convinta per aumentare il proprio bacino di utenti e, di conseguenza, sia le vendite che i guadagni.
A conferma di ciò arriva lo studio condotto da Unioncamere, che ha confrontato landamento del segmento delle vendite web con lintero mondo del commercio negli ultimi cinque anni.
Il risultato è che, tra il 2016 e il 2021, le imprese della vendita al dettaglio attraverso internet sono aumentate di 9.840 unità, pari ad una crescita media del +14,5% allanno, portando a quota 23.386 il numero complessivo degli shop online nel nostro Paese.
In generale, nel quinquennio di riferimento, cè stato un aumento del +90,9% di imprese che vendono in rete.
In questo scenario, sono stati gli imprenditori del Sud i più attivi perché il Mezzogiorno dItalia è stata larea geografica in cui il numero di negozi online ha registrato lincremento maggiore, con una crescita del +112%.
Così, salgono a 14.897 le aziende meridionali iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio operanti nel settore delle vendite online.
Analizzando più nello specifico i dati, la Lombardia è la prima realtà italiana per numero di attività che vendono su internet con 4.406 negozi web, seguita dalla Campania (3.084), dal Lazio (2.762), dallEmilia Romagna (1.694) e dal Veneto (1.620).
Tuttavia, in termini relativi, le regioni che sono cresciute a ritmo medio annuo più sostenuto sono state la Campania e la Basilicata (entrambe con il +25,4%), seguite dalla Calabria (+22,6%), dalla Sicilia (+16,8%) e dalla Puglia (+13,7%)
Il Sud Italia domina anche il mercato delle-commerce per numero di imprese condotte da titolari con meno di 35 anni detà, con la Basilicata che si posiziona al primo posto (52,3%), seguita dalla Campania (47,9%), dalla Sicilia (44,1%) e dalla Calabria (35,3%).
In totale, le imprese online condotte da under 35 sono aumentate del +27% nellultimo lustro, così come le aziende capitanate da imprenditrici (+26,5%).
Il Nord, invece, si afferma per la presenza di imprese web a conduzione imprenditoriale straniera: le maggiori concentrazioni si registrano in Friuli-Venezia Giulia (15,4%), Trentino-Alto Adige (12,8%), Liguria (10,5%) e Marche (8,7%).
Per quanto riguarda la forma giuridica, sono le società di capitali a registrare unimpennata essendo più che raddoppiate negli ultimi cinque anni, passando dal 17,7% del 2016 al 38% del 2021.
In aumento considerevole, anche se meno marcato, le ditte individuali che, nello stesso periodo, hanno totalizzato una crescita del +61,4%.
In generale, in tutta Italia, nel lustro preso in considerazione, leconomia online è lunica ad essere cresciuta a ritmi che leconomia reale non registra da almeno 15 anni.
Oltre alla creazione del sito e-commerce in sé, le attività messe in campo dalle piccole e medie imprese italiane per adeguarsi al meglio al nuovo contesto del mercato online sono state essenzialmente due:
- la dotazione di strumenti digitali integrati allo shop online (es. gestionale di magazzino)
- il potenziamento della logistica e dei sistemi di pagamento virtuale
Nello specifico, la prima attività ha registrato un aumento di quattro punti percentuali rispetto al quinquennio precedente (+27% contro +23%), mentre la seconda addirittura di cinque punti percentuali (+36% contro +31%).
La rincorsa verso ladozione di queste tecnologie abilitanti per la vendita online è stata più veloce in Friuli Venezia Giulia (27%), seguita dalla Basilicata (22%) e dalla Puglia (19%)
Infine, lanalisi condotta da Unioncamere fornisce le percentuali di diffusione dei principali CMS utilizzati dal 2016 ad oggi per la realizzazione di un sito e-commerce in Italia.
Nello specifico, il 31% degli e-shop è stato creato attraverso piattaforme customizzate, il 21% con Magento, il 12% con Prestashop, il 10% con Woocommerce, il 4% con Shopify e Storeden mentre il 2% con Opencart e Salesforce.
Il resto del mercato se lo dividono Ecwid (0,9%), Joomla (0,7%), VTEX (0,4%) e Shopware (0,3%).