Adottare tecnologie moderne è fondamentale per i retailer di moda che vogliono restare competitivi in un mercato sempre più “affollato”. Oggi strumenti avanzati come l’Intelligenza Artificiale (IA), i big data e l’automazione stanno trasformando il settore, consentendo previsioni più accurate della domanda, un’ottimizzazione delle scorte e un miglioramento generale dell’esperienza omnicanale.
Ad esempio i retailer che utilizzano piattaforme di analytics hanno migliorato i loro margini operativi, grazie ad una gestione più precisa delle promozioni e delle scorte, riducendo gli sprechi e massimizzando i profitti.
I retailer digitalizzati stanno investendo sempre di più nell’AI generativa, una forma di IA capace di riprodurre testi, immagini e contenuti vari sulla scorta dei dati sui quali viene addestrata.
Come riportato nell’articolo “LLM to ROI: How to scale gen AI in retail” della società di consulenza McKinsey, pubblicato nell’agosto del 2024, la IA generativa è pronta a sbloccare tra i 240 e i 390 miliardi di dollari di valore economico nel settore retail, pari ad un aumento del margine in tutto il settore di 1,2-1,9 punti percentuali.
C’è da segnalare un dato indicativo: i retailer di moda digitalizzati raggiungono in media margini superiori rispetto ai retailer tradizionali, grazie a tecnologie di automazione e gestione intelligente delle scorte. Tuttavia, come spiegato nell’articolo di McKinsey, solo poche aziende sono riuscite a sfruttare al massimo il pieno potenziale della tecnologia su larga scala.
Per comprendere meglio l’impatto che l’AI generativa ha avuto sul retail, ci viene in soccorso un sondaggio al quale hanno partecipato 52 dirigenti del settore retail Fortune 500, che ha acceso i riflettori sui progressi fatti dal retail sugli investimenti innovativi. Il 90% dei dirigenti del settore retail ha affermato di aver adottato soluzioni di Intelligenza Artificiale generativa, concentrandosi inizialmente sui casi d’uso prioritari, il cui successo sta generando un effetto domino su altre iniziative legate all’AI. 2/3 dei leader del settore hanno dichiarato invece che preferiscono investire e concentrarsi principalmente sui dati e sull’analisi.
Dal sondaggio è inoltre emerso che il 64% dei leader del settore retail hanno condotto progetti pilota di AI gen, che hanno incrementato le catene interne del valore delle loro organizzazioni. L’82% degli operatori nel retail ha inoltre affermato di aver condotto progetti pilota per casi d’uso di AI gen, principalmente per innovare il servizio clienti.
Va sottolineato che comunque nell’ultimo anno gli strumenti di AI generativa, applicati al retail, sono diventati sempre più accessibili. Il 60% degli intervistati ha scelto di utilizzare piattaforme pronte all’uso, mentre il tasso di adozione di soluzioni di terze parti è rimasto più basso in settori specifici, come il procurement (18%) e il commerciale (25%). Interessante anche il dato secondo cui 2/3 degli operatori del settore retail prevedono di incrementare il budget destinato all’AI generativa nel prossimo anno. Tuttavia, il 10% degli intervistati mantiene un approccio più cauto, preferendo osservare gli sviluppi del settore prima di adottare queste strategie.
Tutto questo discorso ci porta ad una domanda: quanto investe la moda in tecnologia? Secondo McKinsey gli investimenti della moda in tecnologia sono cresciuti del 66% dal 2019 al 2021, per un valore di oltre 16 miliardi di dollari. Secondo Morgan Stanley tali investimenti raggiungeranno addirittura i 50 miliardi nel 2030.
La moda si conferma uno dei settori con un maggiore investimento digitale, puntando soprattutto su esperienze omnicanale e sostenibilità. Preziose informazioni ci vengono fornite dall’undicesima edizione di Netcomm Focus Fashion & Lifestyle, che ha evidenziato quanto gli investimenti nel settore fashion stanno registrando un forte slancio, trainati dal crescente ruolo dell’online e dalla trasformazione digitale. Attualmente, il 31% dei ricavi globali della moda proviene dagli acquisti online, con le spese da mobile che rappresentano il 63% del totale e con una previsione di crescita annua composta (CAGR) del 9,5% dal 2023 al 2029.
In Italia, secondo Netcomm, le aziende del settore fashion stanno dedicando risorse significative per migliorare l’esperienza di acquisto online. Tra le priorità principali figurano l’ampia scelta di prodotti, un fattore cruciale per il 38% degli acquirenti, la semplicità e la velocità del processo d’acquisto, determinanti per il 27,7% degli utenti. Questi investimenti sono progettati per catturare una fetta sempre maggiore di consumatori digitali, garantendo un vantaggio competitivo in un mercato in rapida evoluzione.
La moda è uno dei settori che maggiormente sta investendo in AI, ma ai primi posti c’è anche la Sanità. Benché nel 2023 solo il 26% della aziende sanitarie italiane ha previsto di investire nell’AI, nel 2024 gli investimenti sono stati molto maggiori. Anche altre imprese italiane stanno intensificando gli investimenti nell’adozione dell’IA. Il 47% utilizza l’IA nei processi produttivi, con maggiore concentrazione nel nord-est del paese, mentre il 33% la impiega per vendite e marketing, in crescita rispetto al 2021. Solo il 23% sfrutta l’IA in sicurezza e IT, e meno del 20% in logistica, gestione finanziaria e amministrazione.
Nel settore della ristorazione, oltre il 75% delle aziende usa l’IA per analisi di dati, mentre nell’ICT il 60% utilizza tecnologie avanzate per l’apprendimento automatico e big data. Le attività manifatturiere guidano nell’automazione dei flussi di lavoro, con una quota del 52%. Questi dati mostrano come gli investimenti in IA stiano trasformando profondamente vari ambiti operativi in Italia.
Come si evolveranno gli investimenti digitali nel settore retail nel 2025? Un ruolo cruciale continuerà a svolgerlo l’e-commerce, dal momento che si prevede che la spesa online raggiungerà i 334 miliardi di dollari entro il 2025. Il prossimo anno l’IA per personalizzare l’esperienza d’acquisto raggiungerà un nuovo picco. Oltre l’80% dei manager retail pianifica di adottare strumenti di automazione basati su IA entro il 2027, con un potenziale incremento del 20-30% nei tassi di conversione per le attività che implementano efficacemente questa tecnologia. Infine si prevede che il 59% dei consumatori opterà per acquisti online, mentre il 41% preferirà ancora i negozi fisici, confermando l’evoluzione verso modelli di acquisto ibridi che combinano praticità e flessibilità.