E-commerce di prossimità: la nuova frontiera della vendita online

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Sempre più consumatori hanno in programma di acquistare da brand e retailer piccoli e locali piuttosto che da retailer su larga scala. 

Questo è uno dei dati che emerge dall’indagine condotta da Astound Insights relativa all’evoluzione dei comportamenti dei consumatori, in particolar modo come conseguenza dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus. 

L’indagine, per prima cosa, mostra un continuo aumento dello shopping online, con un 37% di utenti che ha dichiarato che continuerà ad acquistare sempre di più sul web nei prossimi mesi, anche con la riapertura dei negozi fisici.

Un dato che fa il paio con quanto rilevato all’inizio della pandemia, con il 75% delle persone che ha comprato online anche se non lo aveva mai fatto prima, mentre il 77% delle aziende dichiarava di aver acquisito nuovi clienti già nelle prime due settimane di emergenza. 

Complessivamente, nei primi quattro mesi del 2020, il volume d’affari del comparto ha avuto una crescita pari all’81%, e si sono registrati 2 milioni di nuovi consumatori online, rendendo lo shopping sul web un’abitudine consolidata per 29 milioni di italiani.

Di questi, il 73% si aspetta che le aziende mantengano la stessa flessibilità per quanto riguarda ordini, consegne e resi mostrata durante la fase più acuta della pandemia. 

La fotografia che esce fuori dall’indagine descrive così un consumatore sempre più digitale, ma allo stesso tempo attento a salvaguardare l’economia del territorio.

Infatti, il 27% degli utenti ha programmato di acquistare da brand/retailer piccoli e locali piuttosto che da big dell’e-commerce su larga scala, allo scopo dichiarato di aiutarli ad evitare la chiusura.

Segno del diffondersi di una nuova coscienza sociale emerge anche nell’importanza attribuita dal 65% dei consumatori al comportamento etico dei retailer per ciò che riguarda condizioni di lavoro dei dipendenti e scelta dei luoghi di produzione della merce. 

Questa situazione porta all’affermazione definitiva di un fenomeno che, già nei mesi scorsi, era stata anticipata da diversi esperti del settore e che porta il nome di e-commerce di prossimità.

Il 50% dei retailer che ha adottato soluzioni di commercio online ha registrato un flusso di transazioni costanti o in crescita durante la pandemia.

Questo perché, attraverso il proprio sito e-commerce, i negozianti, durante il lockdown e anche nei mesi successivi, sono riusciti non solo a raggiungere potenziali clienti in tutto il mondo, ma anche a servire i clienti già acquisiti che, purtroppo, non potevano più recarsi in negozio.

Così, il punto vendita fisico vive una seconda giovinezza, integrando alle transazioni in loco la possibilità, per gli utenti, di effettuare acquisti online.

A maggior ragione per quelli che non sono disposti a comprare sui grandi e-commerce multiprodotto, ma che continuano a preferire il rapporto amichevole e diretto del negozio fisico, a cui si aggiungono la maggiore velocità nelle consegne e la possibilità di prenotare i capi online e ritirarli nel punto vendita seguendo tutte le norma anti-contagio.

Di fatto, la metodologia di consegna preferita dai consumatori è, per il 65%, quella “contact less”, per il 64% la consegna da uno “store associate” e per il 53% la consegna a un punto di ritiro.

Questo testimonia anche il crescente livello di comfort da parte degli acquirenti online nell’approccio ai nuovi metodi di consegna e ritiro, una delle motivazione che spinge il 67% dei consumatori ad acquistare più volentieri online con frequenza settimanale, indicando chiaramente quale sia la strategia vincente da seguire per i negozianti del retail nei prossimi mesi.

I dati, quindi, mostrano chiaramente come il canale online sia l’unica forma di investimento che possa portare a una crescita significativa nel breve e medio periodo, soprattutto alla luce di una “riprogrammazione” a sostegno dei canali fisici, che riprenderanno a fare affari in maniera più graduale.

Nel dettaglio, le categorie di acquisto che hanno ottenuto i maggiori risultati in termini di consumatori online sono, dopo i beni di prima necessità, il comparto moda/intimo (32%), gli accessori e le calzature (31%), l’abbigliamento sportivo (20%) ed il settore luxury/gioiellerie (16%).

In questi mesi, dunque, le aziende che hanno registrato performance migliori sono state quelle capaci di unire l’universo fisico e quello digitale per fornire agli utenti un’esperienza d’acquisto prioritaria, senza soluzione di continuità e coerente a prescindere dal canale di vendita utilizzato.

Questo è ciò che si intende oggi per commercio omnichannel; e i dati forniti da Astound Insights ci mostrano come sia un fattore chiave per adattarsi al meglio alla situazione corrente e porre le basi per una futura crescita del proprio business.

Infografica

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