Con l’avvicinarsi della primavera i titolari di negozi online e offline devono preparare le vetrine virtuali e fisiche, tenendo conto delle tendenze primaverili maggiormente in voga per attirare le attenzioni dei consumatori.
Prima di approfondire il discorso sui trend maggiormente attesi nell’imminente stagione primaverile è opportuno aprire una piccola parentesi sulla crescita in chiave economica in Italia. In base ai dati Istat rilasciati da poco Confcommercio ritiene che, così come accaduto nel 2023, anche il 2024 riserverà sorprese positive. I dati dell’anno scorso hanno confermato la vitalità dell’economia italiana che ha saputo reagire alla crisi scatenata dal Covid-19, con un PIL che nel 2023 è risultato superiore del 3,5% rispetto a quello del 2019. Insomma l’economia in Italia è in ripresa e si attendono buoni numeri per quanto riguarda le vendite nel settore fashion nel periodo primaverile.
Per conoscere le tendenze primaverili è utile tenersi aggiornati sui trend del settore, dando preferibilmente uno sguardo alle tendenze dell’anno precedente. Come evidenziato da Tagwalk, che nel gennaio del 2023 ha mappato 247 sfilate durante le fashion week di Milano, Parigi, Londra e New York e analizzato 10.574 look, i trend più forti della scorsa stagione primavera/estate sono stati: minimalismo anni ’90, estetica gotica, utily wear e total denim. La tendenza dominante è stata quella delle trasparenze: il 77% delle sfilate ha infatti presentato almeno un look con dettagli trasparenti per mostrare il corpo libero e senza filtri. In un mondo sempre più tollerante e audace, dove parole come diversità e inclusione sono all’ordine del giorno, è facile ipotizzare che le trasparenze continueranno a fare la parte del leone anche nelle collezioni p/e 2024.
Altre importanti indicazioni vengono date dalle passerella di moda, che anticipano quali saranno le tendenze delle collezioni p/e. Sempre secondo Tagwalk alla Milano Fashion Week il 23% dei designer ha incluso modelle curvy sulle passerelle, un altro segnale che si sta andando in direzione dell’inclusività. Tuttavia c’è un dato contrastante: secondo Vogue Business il 96,5% delle uscite erano in taglie dalla 36 alla 40. Questo significa che sull’inclusività, pur essendo uno degli obiettivi sbandierati dalla moda, c’è ancora molto da lavorare.
Il rapporto tra moda e inclusività non è ancora “decollato” del tutto e sulla questione è opportuno soffermarsi. In primavera e in estate si tende a mettere maggiormente in mostra il corpo, quindi bisogna sapere se è preferibile lanciare nelle proprie vetrine capi d’abbigliamento che valorizzino curve e forme, spingendo le persone verso una maggiore accettazione di se stesse, oppure capi che tendono a nascondere alcuni difetti estetici.
Riprendendo i dati di Sita Ricerca, possiamo dire che il 47% degli italiani considera il fashion uno dei settori che maggiormente si sta interessando a temi etici come la tolleranza e il rispetto del prossimo, anche grazie a politiche di inclusione che mostrano modelle e modelli di razze, etnie, orientamenti sessuali e fisici diversi. Un altro 30% dei consumatori ritiene invece che l’inclusività nella moda sia una strategia di comunicazione che non ha ancora un riscontro effettivo nelle collezioni vendute nei negozi online e offline. In ogni caso le tematiche sull’inclusività sono molto sentite e il 60% della popolazione dà comunque credito alle aziende che stanno investendo in questo ambito. I dati sono stati illustrati durante il webinar “Scenari e previsioni 2023/2024. Consumi fashion e inclusività” del luglio scorso.
Per assicurarsi che le collezioni p/e garantiscano un numero elevato di vendite, oltre che conoscere le principali tendenze primaverili, è anche importante creare vetrine accattivanti, utilizzando colori vivaci ed elementi floreali. A tal proposito è opportuno sottolineare il potente ritorno dei marketplace, che possono essere affiancati agli e-commerce per aumentare le vendite.
Come discusso nel rapporto “The State of Fashion 2024” di McKinsey & Company, i marchi di moda devono adattarsi all’evoluzione della domanda dei consumatori che è cresciuta soprattutto dopo la pandemia. I marketplace sono un ottimo strumento a disposizione dei retailer per amplificare la copertura, aumentare i canali di vendita o diventare globali. Come anche confermato da marketplace-generation.it in un articolo dell’ottobre del 2022, il 60% delle vendite digitali proviene proprio dai marketplace. Sarebbe quindi un’ottima idea lanciare le nuove collezioni primaverili di tendenza non solo sui propri e-commerce, ma anche sui marketplace più trafficati.
Va dato poi uno sguardo alle fasce di età che maggiormente acquistano e influenzano la moda per capire quali saranno le tendenze delle collezioni primaverili. Un ruolo chiave lo stanno giocando i Millennials (nati tra il 1981 e il 1996) e la Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2010), sempre più attenti alla qualità e più propensi ad acquistare prodotti di lusso rispetto ad altre fasce di età. Il quiet luxury, inteso come lusso sobrio e non troppo ostentato, è uno dei principali trend degli ultimi tempi come dimostrano i dati e lo sarà anche per le prossime collezioni p/e.
Come dimostrato dalla ricerca “The State of Smooth: Alla scoperta del Lusso nel 2022” realizzata da Klarna in collaborazione con Camera Buyer Italia il 64% dei Millennials e il 58% della Generazione Z ha acquistato prodotti di lusso nel 2022. La percentuale scende al 50% per quanto riguarda la Generazione X e addirittura al 29% per i Baby Boomer. Il 92% della Generazione Z ha comprato un prodotto di lusso dopo averlo scoperto su un canale social. Interessante anche la suddivisione dei social maggiormente utilizzati: l’84% della Gen Z e il 78% dei Millennials preferiscono Instagram per i loro acquisti di lusso, mentre il 66% della Gen X e d il 65% dei Baby Boomer preferiscono Facebook.
Sulle tendenze primaverili incidono molto anche i colori più di tendenza, quindi vale la pena dare un’occhiata a quelli che hanno fatto furore nella collezione passata. Sulle passerelle delle collezioni p/e 2023 e poi negli outfit quotidiani i colori che sono andati per la maggiore sono stati: il verde chiaro, il blu elettrico, il rosa e arancione, il lilla e l’argento.
Uno dei colori simbolo delle collezioni p/e 2023 è stato il verde chiaro, molto simile al colore dell’avocado e del guacamole. Da Fendi a Collina Strada, passando per 16Arlington ad Act N°1, sono tanti i brand di moda importanti che hanno puntato sul verde chiaro e brillante. Il blu cobalto, dal fascino ipnotico ed elegante, ha dominato le collezioni di brand del calibro di Alexander McQueen, Burberry e Gucci.
Il rosa e arancione è una combo realizzata da Andrea Adamo di ANDREĀDAMO, che si è ispirato all’isola di Lanzarote e ai suoi tramonti per le collezioni p/e 2023. Anche Molly Goddard, Vivetta e Diesel hanno realizzato molti capi ispirati a questo doppio colore. Il lilla da anni è uno dei colori chiave della primavera e con ogni probabilità reciterà un ruolo da protagonista anche nella prossima primavera. Nel 2023 l’imperativo categorico è stato brillare, quindi un colore come l’argento è andato davvero a nozze. Da Dolce&Gabbana a Giorgio Armani, da Missoni a Valentino, sono tantissimi i capi e gli accessori ricoperti di glitter per brillare di luce propria.
Brillare sarà la parola d’ordine anche nel 2024, come confermato dalla piattaforma Tagwalk che ha analizzato 11.380 immagini da 340 sfilate alle fashion week globali. Rispetto all’anno scorso c’è da registrare un aumento del 10% dei look metallizzati. Il dato che più risalta agli occhi è l’aumento del 93% dei look di pelle che, oltre al classico nero, si accende di colori audaci come il rosso fuoco, il verde oliva o il giallo sabbia.
Aumenta del 5% l’uso del celeste, quindi il guardaroba primaverile si arricchirà di capi d’abbigliamento che svariano dal turchese al ceruleo fino all’acquamarina. Oltre all’azzurro nella nuova stagione domineranno i colori pastello, dal lilla al rosa baby, dal lime al pistacchio. Infine da registrare un aumento del 31% del colore bianco e più nello specifico: crema (+193%), avorio (+54%) e beige (+4%).